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Il Governo non protegge il “Made in Italy”, uno “schiaffo” all’agricoltura

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L’eurodeputato Annalisa Tardino (Lega) manifesta gravi preoccupazione per le azioni del governo, che danneggia il Made in Italy. Si intervenga con urgenza

“Nello stato confusionale in cui è piombato per l’incapacità a gestire l’emergenza Covid 19, il governo nazionale ancora una volta crea ingenti ‘danni collaterali’ a settori di vitale importanza per la nostra economia, come la produzione agroalimentare Made in Italy. Danni di cui il ministro delle Politiche agricole Bellanova sembra accorgersi solo ora, a cose fatte, senza che nessuno del governo di cui fa parte l’abbia informata della modifica apportata all’art. 23 della legge di bilancio, in materia di contrasto al cosiddetto Italian Sounding, che ogni anno sottrae 60 miliardi di euro alla nostra economia e ai nostri produttori di eccellenze.

Lo dichiara Annalisa Tardino, europarlamentare della Lega e componente della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, a sostegno della denuncia del senatore Gian Marco Centinaio, ex ministro all’Agricoltura e responsabile del Dipartimento Agricoltura della Lega.

L’europarlamentare esprime “grave preoccupazione” per la misura, che farebbe scomparire dal codice della proprietà industriale la definizione delle pratiche di Italian sounding come pratiche finalizzate alla falsa evocazione dell’origine italiana di prodotti.

“Un cambiamento di non poco conto – aggiunge Annalisa Tardino – che si aggiunge al taglio di 100 milioni di euro dal Decreto Ristori bis per le filiere agroalimentari, e che lascia via libera all’agropirateria, in un momento di grave crisi come quella attuale. Chiediamo quindi di mettere in atto con urgenza tutti i correttivi necessari a difesa del nostro patrimonio agroalimentare. Per una volta ci troviamo d’accordo con il ministro Bellanova, unendoci a lei nella richiesta di chiarimenti al suo collega di governo, Ministro dello Sviluppo economico Patuanelli. Certo è che sarebbe stato opportuno intervenire prima della modifica, ma con questo governo siamo ormai alle comiche, e la nostra agricoltura subisce un ulteriore schiaffo”.

A soffrire poi, in particolar modo, è il comparto olivicolo/oleario che rischia il collasso, come sottolineato anche da Francesco Di Giorgio, vicesegretario regionale della Lega Sicilia. “Le misure di sostegno fin qui adottate dal governo per chi è colpito dalle misure restrittive dell’ultimo Dpcm – prosegue la Tardino – non aiutano i produttori di olive e olio, che rischiano un crollo del fatturato di oltre il 50%. La produzione olearia 2020 sta, infatti, soffrendo per il blocco degli ordini da parte di ristoranti, pizzerie, bar e alberghi. Inoltre, nelle regioni ‘rosse’ ed ‘arancioni’, come la Sicilia, il divieto di spostamento tra comuni sta anche impedendo ai cittadini di comprare l’olio direttamente dai produttori e negli oleifici di fiducia, il tutto a favore della grande distribuzione. Per le migliaia di produttori siciliani e italiani, si tratta di un altro colpo basso

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