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Agricoltura in ginocchio, in Sicilia urgono interventi per fronteggiare le calamità naturali

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Il maltempo che si è abbattuto sulla Sicilia fa così salire il conto dei danni causati in Italia dalle calamità naturali che – rileva la Coldiretti – negli ultimi venti anni hanno provocato perdite per 48,8 miliardi di euro secondo dati UNISDR, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di disastri naturali.

Passata l’ondata di maltempo che ha messo in ginocchio la Sicilia, oltre al cordoglio per le vittime, resta la devastazione causata dalle inondazioni. Da più parti si chiede un segnale forte al governo per mettere in sicurezza i territori, ripristinare la viabilità e dare manforte alle aziende produttrici gravemente compromesse dalle piogge eccezionali degli ultimi giorni. Meno burocrazia e più interventi mirati ha chiesto Rosa Giovanna Castagna, presidente regionale della Cia Sicilia; per il presidente regionale dell’Unione per la difesa dei consumatori (Udicon), Pietro Feroce, servono interventi che diano immediato sollievo al settore agricolo, come la sospensione delle tase.

“Gli eventi drammatici degli ultimi giorni hanno messo in discussione l’attuale gestione del territorio in caso di calamità naturali; per battere la burocrazia e le lentezze del sistema nella tutela del territorio è necessario ripensare il rapporto con l’agricoltura”. Lo dichiara Rosa Giovanna Castagna, presidente regionale della Cia Sicilia.

“L’ondata eccezionale di maltempo – continua Castagna – abbattutasi sulla Sicilia che ha compromesso anche la viabilità rurale nelle campagne, mettendo in ginocchio numerose aziende agricole, necessita di soluzioni che esulano dalle dinamiche di mercato e riguardano situazioni non prevedibili ma sempre più frequenti”. “In quest’ottica, bisogna rilanciare il sistema della bonifica restituendo agli agricoltori, da sempre ‘sentinelle del territorio’, la gestione democratica di Enti che siano efficienti, risanati e puliti da ogni incrostazione debitoria”.

“Bisogna dotare la Sicilia di strumenti snelli ed efficienti – sottolinea Castagna – che oltre alla distribuzione dell’acqua ad un costo equo, possano operare per la salvaguardia del territorio e la sua manutenzione così come recitano i nuovi indirizzi di economia agricola nell’ambito del contesto Europeo e dello sviluppo sostenibile che le attuali normative impongono”.

“Non è più accettabile – conclude Castagna – che interventi necessari e urgenti si perdano nei cavilli della burocrazia e nei conflitti di competenza. Terremoti, dissesto idrogeologico, cambiamenti climatici e consumo di suolo sono fattori che penalizzano la crescita dell’agricoltura. Fermo restando che da parte delle aziende agricole bisogna incentivare la stipula di polizze assicurative allo scopo di ammortizzare eventuali danni subiti causati da calamità naturali”.

Con il ritorno del bel tempo è partita la conta dei danni dell’alluvione che ha colpito la Sicilia, con perdite per milioni di euro alle coltivazioni e alle infrastrutture nelle campagne, dove ora è necessario avviare le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità. E’ quanto emerge da un primo monitoraggio effettuato dalla Coldiretti sull’ondata di maltempo che ha colpito il territorio siciliano, con chilometri di agrumi e ortaggi sommersi dall’acqua, muri di contenimento ceduti, torrenti straripati così come il fiume San Leonardo che ha devastato le colture del territorio nella provincia di Siracusa, soprattutto in alcune contrade. In molte aziende – sottolinea Coldiretti – è andato perduto il 100 per cento di agrumi, così come gli ortaggi. I danni si concentrano nelle zone – rileva Coldiretti – fra Lentini e Carlentini nelle contrade di San Leonardo, Badiula, Pantano, Salemi, Agnone, Maddauso, Valsavoia, Biviere e Bonvicino, oltre che nel catanese a Palagonia, Ramacca e altre zone. A rendere più devastanti gli effetti del maltempo – sottolinea Coldiretti – è stata l’assenza di manutenzione e sistemazione degli argini, ed è ora necessario adottare le strategie di tutela adeguate a mettere in sicurezza il territorio. L’Italia – conclude la Coldiretti – si colloca tra i dieci Paesi più colpiti al mondo per alluvioni, siccità, tempeste, ondate di calore e terremoti che nel periodo considerato a livello planetario hanno ucciso complessivamente 1,3 milioni di persone e provocato perdite economiche per 2507 miliardi di euro, dei quali il 77% per diretta conseguenza dei cambiamenti climatici.

L’Unione per la difesa dei consumatori (Udicon) chiede un segnale forte al governo per mettere in sicurezza i territori, la viabilità e le aziende produttrici. Secondo il presidente regionale dell’associazione, Pietro Feroce, servono interventi che diano immediato sollievo al settore agricolo “come la sospensione e il dilazionamento del pagamento delle tasse per tutte le aziende insistenti nei territori colpiti dalla catastrofe che si è abbattuta sulla Sicilia”.

Nell’attesa che la politica faccia la propria parte l’Udicon siciliana, insieme alla Fna provinciale di Palermo e regionale della Sicilia, è pronta a sostenere gli agricoltori danneggiati a ripristare le attività e avviare le pratiche per chiedere il risarcimento del danno. A tal fine, l’associazione ha aperto anche il numero whatsapp 388/9994291

“La sospensione delle tasse – dice il presidente nazionale Udicon Denis Nesci – sarebbe una boccata d’ossigeno per gli agricoltori e darebbe l’esatta misura del sostegno che viene dal governo. Chi ha perso interi raccolti e non sa come rimettere in piedi le proprie aziende non può pensare alle scadenza fiscali ma deve far ripartire la produzione nell’ìinteresse della sua azienda ma anche del sistema paese”. “L’agricoltura è certamente il settore produttivo più colpito – aggiunge Rosario Meli, segretario regionale della Federazione nazionale agricoltura (FNA) – e per questo chiederemo anche la sospensione dei pagamenti in capo alle aziende agricole relative all’utilizzo di braccianti agricoli, altro provvedimento che potrà dare respiro immediato alle aziende per permettere loro di risollevarsi”.

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