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I voucher non esistono più; il mondo agricolo in rivolta

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Il Consiglio dei Ministri si è riunito e ha approvato il decreto legge per l’abolizione dei voucher, i buoni lavoro da 10 euro lordi (7,5 euro netti) che servono per pagare le prestazioni accessorie. La soppressione partirà operativamente dal 1 gennaio 2018 per consentire l’esaurimento dei voucher già acquistati. Il rischio, ha detto il premier Paolo Gentiloni nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, “era dividere il paese tra chi strumentalmente demonizza uno strumento e chi invece, pur riconoscendone i limiti, sarebbe stato costretto a difenderlo, e sarebbe stato un danno per l’Italia. La nostra decisione azzera la situazione e sgombera il tavolo, in un certo senso apre una fase nuova”.

“Lo facciamo con le cautele necessarie per evitare contraccolpi negativi: il decreto prevede una fase transitoria, nel corso della quale sarà possibile utilizzare i voucher. Useremo le prossime settimane per rispondere all’esigenza di una regolazione seria per il lavoro saltuario e occasionale, nella consapevolezza che quello strumento si era gradualmente deteriorato e aveva gradualmente modificato le intenzioni iniziali per le quali era stato introdotto e che quindi non era quello lo strumento attraverso il quale dare una risposta efficiente e moderna alla necessità di lavoro saltuario e occasionale”.

In rivolta il mondo agricolo che ha sempre sostenuto l’utilità, nel settore Primario, dei Voucher.

VOUCHER, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “IMPRESE AGRICOLE PENALIZZATE MA NON NE HANNO MAI ABUSATO”

“In quattro anni (dal 2011 al 2015), l’uso in agricoltura dei voucher – osserva Guidi – è rimasto stabile, anzi in leggera diminuzione passando da quasi 2 milioni a meno di 1.900.000. Non riusciamo a comprendere perché si sia eliminato, anche per le aziende agricole, uno strumento nato per esse, che lo hanno sperimentato per primo e che non ne hanno abusato”.

“Abbiamo chiarito in più occasioni – conclude il presidente di Confagricoltura – che i buoni lavoro in agricoltura erano impiegati per legge solo per pensionati, giovani studenti, cassa integrati e percettori di integrazione a reddito, in attività stagionali come raccolte e vendemmia. Parliamo quindi di prestazioni meramente occasionali e accessorie da svolgere nei momenti di maggiore necessità che non penalizzano assolutamente il lavoro agricolo subordinato, che non poteva essere retribuito con i voucher. Grazie a questo strumento i giovani ed i pensionati hanno arrotondato ed i cassa integrati ed i disoccupati usufruito di una piccola fonte di reddito nei momenti di difficoltà. Oltre tutto si mettono in crisi le aziende agricole in un momento in cui c’è la maggiore necessità di lavoratori occasionali e che avevano già programmato di poter usufruire dei voucher”

VOUCHER, CIA: ABOLIZIONE TOTALE E’ LA SOLUZIONE DELUDENTE. SERVIVA REFERENDUM

 Eliminare totalmente i voucher è una decisione non condivisibile e molto deludente. A questo punto sarebbe stato preferibile mantenere l’attuale disciplina, lasciando ai cittadini la libertà e il buon senso di decidere -attraverso il referendum- il mantenimento di uno strumento che ha permesso a tipologie di lavoro occasionale di essere regolarmente retribuite e coperte dalle relative tutele. Così la Cia-Agricoltori Italiani sull’imminente approvazione del decreto per l’abolizione dei voucher.

L’agricoltura, pur essendo stato il primo settore a sperimentare i voucher nel 2008, ha dimostrato sempre un uso corretto dello strumento che non si pone in contrapposizione con i rapporti di lavoro subordinato -spiega la Cia- e ciò è dimostrato dai dati, che dal 2008 al 2015 ci dicono che il settore ne ha utilizzati il 4,8% rispetto a quelli venduti, con un calo drastico nell’ultimo anno che si attesta all’1,8%.

La cancellazione dei voucher provocherà delle conseguenze negative, in particolare per le realtà produttive meno strutturate e con più difficoltà a gestire la programmazione di attività stagionali che richiedono flessibilità.

Questa decisione -conclude la Cia- danneggerà anche tutti coloro che, in questi anni di crisi economica, hanno ottenuto grazie ai voucher un’utile integrazione al reddito, andando a colpire proprio le fasce più deboli (studenti, pensionati e percettori di prestazioni a sostegno del reddito).

VOUCHER, COPAGRI: ABOLIRLI E’ UN ERRORE. GOVERNO E PARTI SOCIALI TROVINO ALTERNATIVE

Così Franco Verrascina, presidente della Confederazione Copagri, commenta il via libera del Consiglio dei Ministri al decreto legge che elimina i voucher.
“Il problema del lavoro nero e delle distorsioni nell’uso di tale strumento non si risolve abolendoli e lasciando il lavoro accessorio e occasionale senza una vera disciplina. Al contrario, la cancellazione dei voucher porterà in alcune zone del paese una situazione da far west, facendo un passo indietro rispetto alle battaglie condotte contro lavoro nero e caporalato. La specificità del settore agricolo” conclude il presidente “potrebbe consentire alle parti delle soluzioni che aiutino ad individuare una regolamentazione trasparente dei rapporti prima disciplinati con i voucher”.

VOUCHER, COLDIRETTI: CON CANCELLAZIONE PERDONO LAVORO 50MILA STUDENTI

“La cancellazione dei voucher, ha dichiarato Maria Letizia Gardoni Delegata nazionale Coldiretti Giovani Impresa, rappresenta un pregiudizio per tanti giovani studenti in quanto farebbe venir loro meno un importante sostegno economico. Utilizzati come in agricoltura, ovvero per periodi di tempo delimitati e soprattutto ad appannaggio esclusivo di determinate categorie previste dalla legge, i voucher hanno rappresentano un valido strumento per l’emersione del lavoro. Di fatto, in agricoltura i voucher non hanno sostituito abusivamente legittimi contratti di lavoro come invece si è verificato in altri settori dove sono stati spesso utilizzati in sostituzione di effettivi contratti di lavoro previsti dalla legge. Per questa ragione, ha concluso Maria Letizia Gardoni, non possiamo permettere che perdano efficacia in un settore come il nostro dove fino ad oggi sono stati correttamente utilizzati per retribuire esclusivamente il lavoro accessorio svolto dalle fasce più sensibili come gli studenti ed i pensionati “.

Con la cancellazione dei voucher si perde uno strumento che – conclude Coldiretti-  ha consentito nel tempo di coniugare gli interessi dell’impresa agricola per il basso livello di burocrazia con la domanda di lavoro di giovani studenti e pensionati in cerca di un reddito occasionale da percepire in forma corretta. Per tale ragione occorre individuare immediatamente uno strumento ad hoc che sostituisca i voucher e che tenga conto delle specifiche caratteristiche di stagionalità dell’agricoltura come avviene in tutti Paesi dell’Unione Europea.

VOUCHER, UILA: GOVERNO SBAGLIA. DISPONIBILI AD ACCORDO CON IMPRESE

Cosi Stefano Mantegazza, segretario generale Uila Uil, sul via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge che abolisce i voucher.

“Nel settore agricolo tale rischio è evidente. Dal 2010 abbiamo scioperato e manifestato contro l’abuso dei voucher, ottenendo, per legge, il loro uso limitatamente a studenti e pensionati. Per questo non abbiamo condiviso la scelta referendaria della Cgil” prosegue Mantegazza che lancia un appello alle organizzazioni datoriali “la Uila è disponibile a individuare con il sistema delle imprese agricole tutte le soluzioni utili, anche da proporre al legislatore, per una gestione trasparente e condivisa del mercato del lavoro agricolo”

VOUCHER, DAMIANO: IN AGRICOLTURA FUNZIONANO. LASCIARLI COSI COME SONOIL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE LAVORO DELLA CAMERA ED EX MINISTRO: SETTORE AGRICOLO PIU REGOLAMENTATO. E IN LINEA CON LOGICA LAVORO OCCASIONALE

Secondo l’ex ministro del Lavoro, “nel caso dell’agricoltura, dove statisticamente vengono poco usati rispetto agli altri comparti lavorativi, siamo all’interno della logica del lavoro occasionale. Studenti e pensionati e tetti di duemila e settemila euro. Così come sono funzionano”, ribadisce ancora. “Anche perché possono essere utilizzati per determinate attività come quella della vendemmia”.

In totale il consultivo 2016 è pari, secondo le stime di Damiano, a 150 milioni di voucher venduti (non necessariamente utilizzati). “Se traduciamo in persone a tempo pieno per un anno e divedendo per 1750 ore mediamente lavorate da un metalmeccanico – precisa ancora il presidente della commissione Lavoro della Camera – arriviamo a 88mila persone a tempo pieno. Che purtroppo, a causa di abusi e al lavoro nero che spesso si possono verificare, possono diventare il triplo”.

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