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Fondi UE, l’on. Giuffrida sollecita sinergie in difesa della politica di coesione

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Il Fondo di coesione dell’Unione Europea, istituito per la riduzione delle disparità economiche e sociali e la promozione dello sviluppo sostenibile, prevede lo stanziamento di complessivi 63.4 miliardi di EUR da destinarsi ad attività transeuropee di trasporto. Il Fondo di coesione sosterrà:  i progetti infrastrutturali rientranti nell’iniziativa, la tutela dell’ambiente e può anche intervenire nel quadro di progetti correlati al settore dell’energia o dei trasporti, a condizione che questi offrano chiari vantaggi sotto il profilo ambientale in termini di efficienza energetica, utilizzo delle energie rinnovabili, sviluppo del trasporto ferroviario, sostegno all’intermodalità, potenziamento dei trasporti pubblici e così via.

Un altro “treno” in transito che rischia di essere perso dalla Sicilia. “C´é il rischio che i fondi per la Politica di Coesione subiscano importanti decurtazioni: serve una forte sinergia e un lavoro di quadra da svolgere anche con i rappresentanti delle Regioni e dei territori d´Europa per difendere l´apporto indiscutibile che, con i fondi europei, forniamo ai territori svantaggiati”. Lo dichiara Michela Giuffrida, membro della Commissione per lo sviluppo regionale al Parlamento europeo, che oggi ha incontrato il Presidente del Comitato delle Regioni, Makku Markkula, per avviare una sinergia con il CdR in vista della «Relazione sulle regioni in ritardo di sviluppo» di cui l´eurodeputato é relatrice per il Parlamento europeo.

“C´è assoluto accordo – annuncia Giuffrida – sulla ferma opposizione alla condizionalità macroeconomica e ad ogni altro tipo di condizionalità. Ogni regione ha le sue specificità e legare l´utilizzo dei fondi europei a condizioni esterne, come il deficit di bilancio – cosi come ha annunciato la Commissione che vorrebbe emanare raccomandazioni specifiche alle regioni per condizionare la loro realizzazione alla gestione dei fondi – è un grave errore. Il Presidente Markkula si é chiaramente espresso sulla necessità che la politica di Coesione debba mantenere, nel prossimo bilancio Ue, la stessa porzione di budget. Stessi fondi ma maggiore flessibilità per rispondere alle nuove emergenze”.

La politica di coesione è a rischio, il buco nel bilancio comunitario che creerà la Brexit comporterà necessariamente una revisione del bilancio europeo e temiamo che i tagli, già annunciati dalla Commissione europea, possano riguardare proprio la politica di coesione, la più ampia politica di investimenti europei.

“Al Parlamento europeo, in Commissione per lo sviluppo regionale – sottolinea Giuffrida –  sono relatrice del rapporto sulle regioni in ritardo di sviluppo, come la Sicilia. E sarà importante, come il Presidente Markkula mi ha assicurato, che il Comitato delle Regioni elabori un parere sullo stesso argomento per presentare alla Commissione europea una posizione forte.   Della stessa opinione – aggiunge Giuffrida – è  il Presidente Markkula che al Comitato delle Regioni ha avviato una Cohesion Alliance, un gruppo di lavoro proprio sulla coesione. Markkula ha sottolineato come sia necessario cambiare mentalità e considerare la politica di coesione uno strumento a 360 gradi, utile a tutte le regioni, non solo quelle più povere. Strategie macroregionali, specializzazione intelligente, scambio di buone prassi, sono iniziative necessarie alla crescita di tutta l’Europa”.

Durante l´incontro si sono anche soffermati sulla questione della condizione di Insularità. Il Comitato delle Regioni ha dato seguito alla Risoluzione di cui sono stata relatrice in Parlamento europeo lavorando ad una relazione sulla imprenditorialità nelle regioni insulari. Classificare le regioni esclusivamente  in base al Pil o al tasso di crescita annuale non é efficace perché la politica di coesione non deve essere legata alla governance economica europea, ma alle tipicità dei territori. Questo non esonera le amministrazioni dal fare di più e fare meglio.

“Molta strada – cocnlude Giuffrida – deve essere fatta a livello locale dove é necessario intensificare gli sforzi per investire meglio le risorse, prendendo esempio da quelle regioni, soprattutto dell´est, che sono state capaci di dare una svolta alla loro economia con un solo ciclo di programmazione comunitaria. E´ il momento giusto per lavorare ad una strategia comune e credibile che permetta alle Regioni di superare le difficoltà legate all´uso dei fondi e all´Europa di continuare a investire nelle Regioni in ritardo di sviluppo”.  

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