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Export: il Born in Sicily sinonimo di qualità,gusto e salute a tavola

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In Sicilia l’agroalimentare è uno dei settori più produttivi e in continua crescita. Apprezzato non solo dai consumatori locali, ma anche da buyer internazionali, sempre più interessati ai prodotti “Born in Sicily”

L’export dei prodotti siciliani è in continua crescita. L’apprezzamento di questi prodotti è confermato dal valore delle vendite degli stessi sui mercati esteri. Ad oggi, il valore ammonta a 422 milioni di euro. La riscoperta attuale della qualità della vita e della qualità alimentare scrive una pagina di “umanesimo di ritorno”. Il ricco, vario e prestigioso patrimonio di prodotti Born in Sicily (nato e vissuto in Sicilia) dà la possibilità di alleare insieme agricoltura, istituzioni e consumatori. Agricoltura e alimentazione umana sane incrementano l’attrazione turistica nel nostro territorio soprattutto da parte di persone alla ricerca disperata della qualità e della genuinità. Dunque una economia indiretta può continuare a vivere su larga scala nella nostra Isola.

La qualità dei prodotti, la varietà genetica, l’ambiente e la tecnica di coltivazione rendono i prodotti di Sicilia ricchi di ODORI, COLORI e SAPORI. Le molecole della qualità che li rendono unici e straordinari (antocianine e polifenoli) sono anche le molecole della salute, per cui BORN in SICILY equivale a gusto e salute.

La dieta Mediterranea, di antica e solida tradizione, è riconosciuta la migliore del mondo. Ma il consumatore deve prima sapere e poi scegliere cosa mangiare, avere certezze sui sugli alimenti provenienti dal territorio. Comunicazione e informazione, quindi, sono in tal senso indispensabili. La legge regionale n. 19 del 2013 tutela e valorizza le risorse genetiche Born in Sicily per l’agricoltura e l’alimentazione. L’art. 4 ne fissa e ne approva le linee d’intervento. In particolare, la legge prevede lo studio e il censimento su tutto il territorio regionale della biodiversità animale e vegetale di razze e varietà locali di interesse agrario; favorisce le iniziative, pubbliche o private, tendenti a preservare e ricostituire (anche attraverso l’insostituibile strumento del DNA) le risorse genetiche, a diffonderne la conoscenza, il rispetto e l’uso, a valorizzarne i prodotti; assume direttamente iniziative organizzative volte alla tutela e alla valorizzazione delle risorse genetiche, comprese iniziative di conservazione in azienda.

La citata legge predispone ancora ogni azione utile all’avvio delle procedure per l’iscrizione delle proprie risorse nei sistemi di certificazione nazionale e sviluppa le procedure indispensabili per il potenziamento del sistema vivaistico regionale cominciando, ove previsto da norme nazionali, dalla conservazione delle fonti primarie; favorisce ogni forma di aggregazione tra i produttori anche attraverso agevolazioni e vantaggi nell’accesso a formule di sostegno alla produzione e alla promozione secondo le vigenti normative; favorisce ogni forma di collaborazione con gli enti locali, amministrazioni comunali, organismi territoriali a qualsiasi titolo riconosciuti dall’Amministrazione regionale, finalizzata alla condivisione degli obiettivi di tutela e valorizzazione e all’individuazione di percorsi comuni in favore dei produttori.

Nell’export i prodotti siciliani sono sempre più ricercati, con una crescita del 7% nel 2016. Il valore conferma un trend positivo per l’intero settore, che esporta non solo in Europa, ma anche sui mercati extra europei. Sui mercati europei, la Sicilia esporta il 60.6% dei prodotti alimentari, mentre sui mercati extra europei, ne esporta il 39.4%.  I prodotti alimentari della Sicilia sono richiesti maggiormente da: Germania, Francia, Spagna e Stati Uniti

Germania e Francia si confermano i primi mercati di sbocco delle merci italiane, per vicinanza geografica e culturale, ma anche per storici legami commerciali che legano questi paesi. Grandi richieste riguardano oli, grassi vegetali ed animali. Questi prodotti infatti coprono l’11.9% dell’export dei prodotti alimentari siciliani. Nel 2016, le vendite hanno registrato una crescita a doppia cifra, con un incremento del 15%. La Sicilia è la quarta esportatrice italiana di oli e grassi vegetali e animali.

 “Occorre, però, far applicare questa legge. E se ciò non avviene, occorre pretendere che avvenga, con ogni mezzo utile!” Questo l’incisivo messaggio scaturito tra numerosi altri dall’interessante Forum su Giorgio La Pira, tenutosi in questi giorni in alcuni centri del territorio ibleo (Pozzallo, Rosolini, Ispica, Modica e Avola).

Al Ristorante Il Mercato di Ispica l’assessore regionale Eddy Bandiera ha rassicurato che si sta attivando nell’azione governativa a tutela della trasparenza dei prodotti agroalimentari.

Giorgio La Pira si farebbe una gran risata? Il “sindaco santo” di Firenze nato a Pozzallo, che fu deputato nazionale e anche docente universitario, predicava la difesa del contadino e dell’allevatore che sono i veri custodi dell’ambiente, operatori della salute umana, testimoni di tradizioni e valori. Difendeva questi tesori siciliani e la loro produzione, il patrimonio di identità territoriale di cui sono portatori.

La Pira, messaggero di pace tra diversi Continenti, conosceva quindi anche la terra. Dopo 40 anni dalla sua morte può ancora fare qualcosa? Il Movimento siciliano nato in sua memoria, ne sta diffondendo il pensiero, l’opera e lo stile di vita, col proposito di contribuire a una società migliore e a una politica più attenta e rispettosa del pianeta, che ponga al centro l’uomo e la sua crescita etica.

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