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Biodiversità, una marcia in più per l’olio extravergine italiano

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Con 1,4 miliardi di euro di export, l’olio extravergine di oliva si conferma simbolo della cucina made in Italy tra i più conosciuti e apprezzati all’estero. L’Italia dell’olio, seconda al mondo per produzione con 400mila tonnellate all’anno e una filiera da 815mila aziende agricole e 3.760 frantoi, si dà appuntamento alla Fiera di Verona in occasione di Sol&Agrifood, il salone interazionale sull’agroalimentare di qualità, in programma dal 9 al 12 aprile in contemporanea a Vinitaly e Enolitech (www.solagrifood.com).

Nel Paese sono 1 milione gli ettari coltivati a olivi, dei quali 170.000 a biologico (12% della SAU olivicola nazionale). L’Italia è il secondo produttore ed esportatore mondiale dietro alla Spagna, ma nettamente al primo posto per valore al litro. Il mercato di riferimento sono gli Stati Uniti dove si esportano mediamente 120mila tonnellate l’anno. In calo la produzione stimata per la campagna 2016/2017, pari a 200mila tonnellate (-58% rispetto alla campagna precedente), a causa delle condizioni meteorologiche sfavorevoli.

Quello che rende unica l’offerta oleicola italiana è la biodiversità genetica, con 510 differenti cultivar, espressione dei territori di produzione che si estendono dal Trentino alla Sicilia e danno origine a oli extravergine unici per caratteristiche organolettiche con 42 dop e 3 igp.

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