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Agromafie, urge piano di azione europeo per contrastarle

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“Serve un piano di azione europeo per contrastare le agromafie, un sistema criminale che nell’ultimo anno è addirittura cresciuto del 30%, raggiungendo i 22 miliardi di euro di fatturato”. Lo dichiara Michela Giuffrida, membro della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo.

“Avevo già presentato lo scorso novembre un’interrogazione alla Commissione europea, per chiedere di istituire un programma specifico per il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata a danno delle imprese agricole. E ho riproposto la questione al Commissario per la salute e la sicurezza alimentare Andriukaitis, perché la Commissione europea elabori al più presto un piano di azione specifico in collaborazione con tutte le Direzioni generali coinvolte: la DG Agricoltura, la DG Salute e Sicurezza alimentare e Europol. Servono un’azione congiunta, un accordo tra la filiera e le istituzioni, il rafforzamento dei controlli, lo scambio di buone prassi tra attori del comparto, iniziative specifiche a sostegno di agricoltori e produttori onesti.

“Palermo, Caltanissetta e Catania sono nella top ten delle province per un livello alto di criminalità organizzata come si evince dal rapporto #agromafia2017 – continua Giuffrida. In particolare nel mercato ortofrutticolo, dagli agrumi alla frutta fino agli ortaggi a foglia, sono state rilevate massicce infiltrazioni mafiose, soprattutto nel momento del trasporto e della distribuzione dei prodotti, che provocano un forte rincaro dei prezzi. Furti di macchinari agricoli e danneggiamenti delle colture, estorsioni, usura, racket, mettono in ginocchio le aziende agricole.

La piaga del caporalato – continua Giuffrida – aspetto con cui l’agromafia procaccia la manovalanza nella campagne costringendo in schiavitù donne e persino bambini, nonostante la legge appena approvata dal Governo nazionale, non subisce efficace contrasto e siamo ultimi anche per quanto riguarda le ispezioni finalizzate ad individuare il lavoro in nero. Mentre persino l’autorevole The Guardian si è occupato della situazione in cui lavorano nella nostra Isola le braccianti rumene indicando Ragusa come centro dello sfruttamento.

Non possiamo permettere – conclude Giuffrida – che la Sicilia sia terra di schiavitù, che le nostre campagne siano in mano alla criminalità, che la qualità delle nostre produzioni sia messa a rischio dalla mafia. L’intervento della Commissione europea è urgente perché le agromafie sono un fenomeno transfrontaliero che sfrutta anche le lacune dei controlli alle nostre frontiere da cui entrano prodotti che poi vengono commercializzati come Made in Italy ma serve un impegno forte anche delle autorità regionali”.

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